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| Begas Brunnen |
La Netptunbrunnen è una fontana sita tra il Municipio Rosso, il
Rotes Rathaus, e la torre della televisione nei pressi di Alexander pl.. La fontana custodisce delle anomale curiosità. Originariamente la fontana era collocata sulla
Schlossplatz, una piazzetta nell'isola museale, in seguito venne collocata nella sua attuale residenza nel 1969, per oscuri motivi! Essa è opera dello scultore
Reinhold Begas, amante dell'arte di
Arnold Böcklin, noto personaggio legato all'esoterismo e al paganesimo germanico,
pangermanesimo. In seguio ad un suo viaggio in Italia, tra il 1856 e 1858, l'arte di Begas assume connotati barocchi e occulti. La fontana, realizzata intorno all'anno 1886, oltre a Nettuno, il possente dio marino, con il tridente in mano, al centro della scena, vede protagonisti ai lati i vari fiumi che solcano le terre germaniche: l'Elba, il Reno, la Vistola e l'Oder. Come per la fontana del Bernini a Piazza Navona, anche quella di Begas rispecchia dei connotati esoterici, poichè i fiumi sono associati ad animali: un serpente, un coccodrillo, una foca e una tartaruga. L'Elba tiene in mano una falce e un ramo di mele, ossia Saturno, il tempo, e la saggezza il frutto proibito. Il Reno tiene in mano l'uva, coperta da una rete da pesca, e la simbologia dell'uva è alquanto complicata, tuttavia in questo caso indica la misticità dell'opera, lo svelare i misteri celati nella rete. La Vistola tiene un'anfora in mano, ma adiacente ad essa scorgiamo un ceppo, o di frassino o di quercia, alberi ritenuti esoterici per il paganesimo germanico, simboli di genesi. L'Oder la troviamo coperta da una folta pelliccia di capra, e una capra troviamo ai suoi piedi, forse Amaltea? O più probabilmente la leggenda legata alle capre che trainano il carro "solare" di Thòr? I cui animali possedevano la facoltà di rinascere ogni mattina dalla propria pelliccia, se mangiati la sera precedente. La fontana di Begas è decisamente un'opera esoterica e mistica, celata di misteri, assolutamente da non perdere!
Foto e Articolo di: Paolo Rinaldini
